Un referendum a San Marino vieta le discriminazioni per le persone Lgbt
Il minuscolo Stato ha indetto un referendum sul tema. Il 71,6% della popolazione ha votato a favore
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Gay Pride
globalist
3 giugno 2019
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Nella minuscola San Marino riescono ad essere più civili che in Italia: come annuncia Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, "il risultato del referendum costituzionale tenutosi ieri a San Marino e che ha approvato con il 71,46% di voti favorevoli l'introduzione del divieto di discriminazione per orientamento sessuale nella legge fondamentale dello Stato è motivo di profonda soddisfazione, anche per il lavoro che l'Arcigay di Rimini ha profuso a supporto di questo risultato assieme agli attivisti sammarinesi".
Piazzoni prosegue: "Quanto avvenuto, dovrebbe far riflettere la politica italiana sul ritardo che il nostro Paese continua ad avere su questo tema: la politica Italiana e i vari governi che si sono avvicendati negli anni continuano a sottovalutare l'aumento di casi di violenza e discriminazione, e se ad ogni legislatura vengono depositate numerose leggi che vorrebbero agire contro omofobia e transfobia, nessuna di queste è mai riuscita a diventare legge".
"Tuttora nessuna delle proposte depositate alla Camera e al Senato, da parlamentari di maggioranza e di opposizione, è stata ancora incardinata per l'avvio della discussione nelle commissioni competenti, primo passo necessario per avviare il percorso di una legge. Il nostro appello è affinché le forze politiche superino le rispettive diffidenze e lavorino assieme nell'interesse dei cittadini, per dotare finalmente il nostro Paese di una legge di civiltà, attesa da ormai troppi anni", conclude Piazzoni.
Piazzoni prosegue: "Quanto avvenuto, dovrebbe far riflettere la politica italiana sul ritardo che il nostro Paese continua ad avere su questo tema: la politica Italiana e i vari governi che si sono avvicendati negli anni continuano a sottovalutare l'aumento di casi di violenza e discriminazione, e se ad ogni legislatura vengono depositate numerose leggi che vorrebbero agire contro omofobia e transfobia, nessuna di queste è mai riuscita a diventare legge".
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"Tuttora nessuna delle proposte depositate alla Camera e al Senato, da parlamentari di maggioranza e di opposizione, è stata ancora incardinata per l'avvio della discussione nelle commissioni competenti, primo passo necessario per avviare il percorso di una legge. Il nostro appello è affinché le forze politiche superino le rispettive diffidenze e lavorino assieme nell'interesse dei cittadini, per dotare finalmente il nostro Paese di una legge di civiltà, attesa da ormai troppi anni", conclude Piazzoni.
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